SOLO IL 7% DEGLI PSICOLOGI SONO IMPIEGATI DALL’AZIENDA SANITARIA CONTRO IL 100% DELLE ALTRE PROFESSIONI SANITARIE
L’Ordine riunito a convegno oggi per i 20 anni punta i riflettori sul futuro della professione. «L’Azienda Sanitaria soddisfa solo 1/3 delle richieste di sostegno psicologico dei cittadini». Ma il Disegno di Legge 177 resta “insabbiato”.
In discussione, all’assemblea per il ventennale dell’Ordine degli Psicologi del Trentino in corso questa mattina alla Fondazione Bruno Kessler di Trento, è il futuro della professione. Tra le figure che concorrono alla salute dei cittadini, gli psicologi dovrebbero giocare un ruolo fondamentale, ma i numeri dicono il contrario:
gli iscritti all’Ordine dei medici in provincia di Trento sono 2439, ovvero 1 ogni 217 abitanti, tutti dipendenti pubblici o autonomi con convenzione per i servizi pubblici;
gli iscritti al Collegio degli infermieri sono 4248, ovvero 1 ogni 125 abitanti, tutti assorbiti dalle strutture sanitarie;
gli iscritti all’Ordine degli assistenti sociali sono 770, ossia 1 ogni 688 abitanti e l’80% risulta occupato nei Servizi sociali delle Comunità, Comuni e altre strutture pubbliche;
gli iscritti all’Ordine degli psicologi sono 691, 1 ogni 773 cittadini, ma solo il 7% risulta dipendente dell’Azienda Sanitaria e da altre strutture.
Una differenza abissale alla quale si era proposto di dare una soluzione con il Disegno di Legge 177 del consigliere Mattia Civico con la proposta di far convenzionare l’Azienda Sanitaria “ambulatori e studi privati di psicologia” visto che i Servizi di Psicologia interni all’APSS a mala pena rispondono ai bisogno di un terzo dei cittadini. Un disegno di legge che ora si spera sia ripreso in mano dopo le elezioni.
> Negli ultimi 5 anni il numero degli psicologi in Trentino è aumentato del 40% per un totale, a oggi, di 691, per l’80% donne. Ma cosa c’è alla base di questo exploit? «Questo aumento repentino di psicologi – spiega Luigi Ranzato, presidente dell’Ordine degli psicologi del Trentino – ritengo che sia dovuto in parte all’attivazione del corso universitario in psicologia a Rovereto, da cui negli ultimi due anni sono usciti i primi laureati. E poi, abbiamo assistito a uno sdoganamento della figura dello psicologo, fino a poco tempo fa erroneamente legata solo a patologie cliniche. Oggi invece la psicologia si declina in un ambio spettro di ambiti, che vanno dalla psicologia del lavoro alla selezione del personale, dalla psicologia sportiva a quella scolastica, dove ci sarebbe molto da fare».
> Il Trentino offre ancora qualche chance in più per chi sogna una carriera da psicologo, mentre nel resto d’Italia è quasi una chimera. I numeri parlano da soli: 90.000 psicologi in Italia contro i 300.000 di tutta Europa, una cifra impressionante che spiega perché più della metà di chi si laurea in psicologia non va poi a ricoprire un ruolo nel mondo del lavoro adeguato per gli studi svolti.
> QUESTIONARIO DI QUALITÀ DELLE PRESTAZIONI PSICOLOGICHE
Eppure, laurearsi in psicologia non è una cosa da tutti. Ci vogliono 5 anni di laurea, poi un anno post lauream di tirocinio non pagato per poi poter sostenere l’esame di stato. «Arrivati a questo punto, poi – spiega Ranzato – in molti scelgono di frequentare altri 4 anni di specializzazione in psicoterapia. Oltre a questo, poi, c’è obbligo di formazione continua». Ma non solo, perché in provincia di Trento l’Ordine degli psicologi sta promuovendo la «buona pratica di misurare l’efficacia delle proprie prestazioni psicologiche a favore dei pazienti, attraverso l’utilizzo di questionari CORE OM validati a livello internazionale, che il paziente comlica prima, durante e dopo la terapia. Questa modalità è già in parte attivata all’interno dei servizi di psicologia dell’Azienda Sanitaria trentina, e ora vogliamo introdurla anche per tutti quelli che svolgono l’attività privatamente». Uno strumento fondamentale, secondo Ranzato, «in un contesto in cui si affollano operatori non professionisti, counselor di tutti i tipi, coach improvvisati, praticoni del benessere psicologico…». La promozione di questi strumenti di valutazione arriva a conclusione di una Ricerca-Azione condotta sugli iscritti co-finanziata dalla Provincia autonoma di Trento (LP 4/2007 per le professioni), che è in corso di presentazione oggi.
> PROGRAMMA
All’ordine del giorno del convegno per il ventennale, una tavola rotonda sulla “Situazione e prospettive della psicologia e degli psicologi in Europa, in Italia e nel Trentino”, moderata da Luigi Ranzato e a cui prenderanno parte Remo Job (direttore del Dipartimento di psicologia e scienze cognitive dell’Università di Trento), Sara Piazza (vicepresidente del consiglio dell’Ordine), Katia Castellini (segretaria del consiglio dell’ordine). Alle 10, quindi, sarà la volta di un’altra tavola rotonda relativa a “La sfida della qualità nell’attività psicologia. La Ricerca-Azione”, con interventi di Gianluigi Carta (collaboratore Ricerca-Azione ed esperto Core-Om), Annalisa Manfrini e Brunella Valenti (collaboratrici Ricerca-Azione) e Roberto Sandri (dirigente PAT – Dipartimento della conoscenza). Infine, alle 11.15 altro confronto su “Le competenze primarie e abilitanti dello psicologo per un tirocinio a dimensione europea”, con Remo Job, Marisa Dellai (servizio gestione tirocini APSS Trento), Francesco Reitano e Marco Gradassi (consiglieri Ordine). In questo ultimo incontro verrà presentata un’altra grande novità: le nuove modalità di tirocinio per i neolaureati e di funzioni dei tutor, che si ispirano alle competenze primarie definite a livello europeo dalla Federazione delle associazioni degli psicologi (EFPA). «Si tratta di un’altra grande novità, di fondamentale importanza perché sino ad ora non vi sono mai state linee guida», spiega Ranzato.
Comments are closed.